Il "Mistero" Stefano Bonaga: Silenzio Filosofico e Unicità del Testo
Ufficialmente, il testo di "Cara" è attribuito a Lucio Dalla.
Tuttavia, da tempo circola la voce, diffusa anche in rete, che il vero autore sia il filosofo bolognese Stefano Bonaga, grande amico di Dalla.
La leggenda narra che Bonaga, non essendo iscritto alla SIAE all'epoca, avrebbe ricevuto da Dalla una Citroën 2CV verdina come segno di gratitudine per il testo.
La difficoltà nel confermare o smentire questa voce risiede nella ferma decisione di Bonaga di mantenere il silenzio su questa e altre questioni legate alla sua amicizia con Dalla.
Il testo sottolinea come Bonaga non consideri questo un semplice "puntiglio", ma un principio filosofico: la riservatezza come mezzo per tutelare e preservare l'autenticità di un'amicizia. Per lui, il silenzio spesso esprime meglio la realtà rispetto alle parole, che possono "scivolare, inciampare, e corrompere, e corrodere". Bonaga stesso ha dichiarato: "Non ho mai parlato di Lucio con Lucio in vita, figuriamoci se parlo del mio rapporto e delle mie cose con lui da morto, non esiste". Questa sua posizione è rafforzata dalla citazione di Carlo Emilio Gadda, secondo cui la "mania dell'IO è una caccola della storia", svalutando il soggettivismo a favore della complessità delle relazioni e degli eventi.
La Genesi di "Cara": Musica di Dalla, Testo di Bonaga (Molto Probabilmente)
Nonostante il silenzio di Bonaga, il testo propone una ricostruzione della nascita della canzone:
La musica è senza dubbio opera di Lucio Dalla, il quale aveva anche un testo iniziale che però non lo soddisfaceva.
Il testo, invece, è stato quasi certamente scritto da un'altra persona, e molto probabilmente si tratta di Bonaga, sebbene una sua conferma diretta non arriverà mai.
La canzone sembrerebbe ispirarsi a una storia vera, di cui vengono forniti i dettagli:
Un brillante professore universitario si innamora di una ragazza molto più giovane, di nome Laura. La loro relazione è passionale e complessa.
Quando a Laura si presenta l'opportunità di un viaggio studio/lavoro negli Stati Uniti, il professore, pur tormentato, decide di lasciarla andare, convinto che sia meglio per lei vivere quell'esperienza, anche a costo di sentirne la mancanza.
Il distacco porta a un periodo di silenzio e sofferenza per il professore, soprattutto a causa della mancanza di mezzi di comunicazione immediata.
La situazione si aggrava quando viene a sapere che Laura si trova in California e lavora in una gelateria, dettaglio che trova eco nel verso "io che qui sto morendo/ e tu che mangi il gelato" (originariamente "e tu che vendi il gelato"). La canzone esprime un'apoteosi di sconforto, che culmina nel distacco e nella "morte" emotiva.
Nella vita reale, tuttavia, la storia ebbe un epilogo più felice: Laura tornò in Italia, e la coppia si ricongiunse, rimanendo insieme per diversi anni.
La Straordinaria Coincidenza Finale: "Cara" e la Morte di Dalla
Il testo conclude con una riflessione potente sulla sconvolgente coincidenza tra i versi finali di "Cara" e le circostanze della morte di Lucio Dalla.
Il 1° marzo 2012, Dalla fu colpito da un infarto a Montreux, Svizzera, in una "bella mattina, il cielo è sereno", proprio come recita la canzone. Inoltre, vicino al suo albergo c'era una stazione ferroviaria, richiamando il verso "Lontano/si ferma un treno", un treno che simbolicamente ha fermato anche la sua vita.
Questa fortuita corrispondenza suggerisce che, in linea con gli insegnamenti di Gadda sulla non centralità dell'"IO" individuale, il testo di "Cara", pur non essendo stato scritto direttamente da Dalla, è diventato intrinsecamente e pienamente suo al momento della sua morte. Forse è proprio questa consapevolezza che spinge Bonaga a non volere "parlare, puntualizzare, rivendicare, o anche solo chiarire": egli sa che la vanità personale spesso "nulla aggiunge" e, anzi, "parecchio toglie" al significato profondo di un'opera e al valore di un'amicizia.
tratto da: Dalla, Bonaga e la storia di "Cara"
di Giuseppe Musmarra