L'appuntamento, Ornella Vanoni

L'appuntamento, Ornella Vanoni

Non saprei proprio, o forse si.

Mi potrebbe piacere, ma in altro modo.

L'idea di avere un nuovo appuntamento con te. Un appuntamento, però. Non un fatto ci vediamo lì, in un istante, nell'istante di un messaggio real time.

Parlo di un appuntamento vero, fissato qualche giorno prima, in qualche modo arcaico, tipo di persona, fatto di persona o su un telefono fisso, di un ufficio, una casa.

Uno di quegli appuntamenti che si aspettano, che non hanno bisogno di risentirsi, anzi, riscriversi. Ci vediamo venerdi a quell'ora in quel posto.

E aspetti, ci pensi, senza la distrazione, senza quella distrazione di quel pollice su uno schermo che va giù, giù, giù o su un gruppo di amici dove sai già come quello potrebbe rispondere. Il tempo di qualche giorno.

Ci pensi? Il tempo di qualche giorno.

Non esistono più, i giorni, dove sono finiti i giorni? Potrebbe essere uno di quei filmetti anni 50 dove il tipo si trova incastrato sempre nello stesso giorno. Le stesse cose, gli stessi fatti, le storie, le foto.

Lo stesso giorno.

C'era tipo una cabina dove noi avevamo sempre appuntamento. E ogni tanto ci passo, le sorrido e lei mi sembra fare lo stesso. Ancora non la tolgono, le hanno tolte tutte, ma ca**o, quello no. Mah.

E lì, proprio lì era un fatto di Luci, macchine, vetrine, strade tutto quanto, che ora, si confonde nella mente. Le contavo quasi, le macchine.

Quasi una ad una e facevo quel vecchio gioco con le targhe che mi insegnò mio padre una volta in macchina, una citroen cx pallas, di ritorno dal cilento. Città, provincia, Regione. Anche se ora, con le targhe nuove non si può più fare. E allora sommo i numeri, se la somma è divisibile per 5 ho vinto. Poi, ciao, e già avevo perso.

Poster l'Appuntamento, Ornella Vanoni / Blu È cambiato il tempo e sta piovendo. _

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